Bisogna per forza essere stati a Chiavenna per sapere che cosa è un crotto. Qualcuno dice che è una cantina, e in parte è vero. Ma non è così, non solo: quella è solo la sua funzione. Il crotto infatti non ha nulla di artificiale.
I crotti – strettamente legati alla geografia del paese – fanno parte della tradizione chiavennasca, visto che ogni famiglia storicamente ne possedeva uno. Si tratta di “cantine” che venivano costruite contro montagna, nei pressi di profonde fenditure frutto di antiche frane, fenditure dove – grazie al sorèl, la corrente d’aria che contraddistingue questi luoghi – la temperatura rimane costante tra 4 e 8 gradi tutto l’anno. Grazie a questo vento, il crotto diventa l’ambiente ideale per la maturazione del vino, ma anche per la stagionatura di salami e insaccati, come la nota brisaola (che è diversa dalla bresaola cui siete abituati ovunque in Italia), grassi formaggi d’alpe frutto del lavoro estivo dei casari e altri prodotti di latteria. Praticamente, un frigorifero a costo zero.
Negli anni molti crotti tra Chiavenna, Prata Camportaccio, Mese, Pianazzola e Piuro sono stati trasformati in ristoranti tradizionali dove assaggiare le specialità chiavennasche, tra cui gli gnocchetti bianchi (cugini prossimi dei pinzocheri valtellinesi), le costine cotte sulla piota e i biscottini di Prosto.
Crotti di Pratogiano
LA FESTA DEI CROTTI
E da qui a diventare protagonisti di una antica festa godereccia il passo è breve. Da vent'anni, nei primi due weekend di settembre, Chiavenna diventa una vera e propria meta enogastronomica. Per la Festa dei crotti non vengono aperti solo i crotti che negli anni sono stati trasformati in ristoranti, ma anche tanti crotti privati la cui gestione è affidata alle associazioni del territorio. Questi sono i protagonisti degli itinerari di Andém a Cròt, percorsi tra Chiavenna e i paesi vicini, per scoprire i crotti e i prodotti del territorio.
E da qui a diventare protagonisti di una antica festa godereccia il passo è breve. Da vent'anni, nei primi due weekend di settembre, Chiavenna diventa una vera e propria meta enogastronomica. Per la Festa dei crotti non vengono aperti solo i crotti che negli anni sono stati trasformati in ristoranti, ma anche tanti crotti privati la cui gestione è affidata alle associazioni del territorio. Questi sono i protagonisti degli itinerari di Andém a Cròt, percorsi tra Chiavenna e i paesi vicini, per scoprire i crotti e i prodotti del territorio.
Tra questi la brisaola, i formaggi, il pane di segale, la polenta e i gnocchetti chiavennaschi. Che qualcuno che non è mai stato alla festa dei crotti chiama, sbagliando, pizzoccheri, con cui hanno in comune la quantità di burro e di formaggio. Bisogna per forza andare a Chiavenna per assaggiarli.
Info: www.sagradeicrotti.it, per prenotare un soggiorno, www.valchiavenna.com
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