Il Palazzo della Farnesina si staglia, con le sue linee essenziali, nello spazio oggi denominato Foro Italico.
Tra i molteplici progetti presentati, per quella che originariamente era stata pensata come la Sede del Partito Nazionale Fascista, nel 1937 la commissione giudicatrice scelse la proposta di Enrico Del Debbio, Arnaldo Foschini e Vittorio Ballio Morpurgo, definendola opera “felice, altamente degna dell’ora presente”. L’edificio (169 m. di lunghezza, 132 m. di profondità e 51 m. di altezza) deve il suo nome ai possedimenti della famiglia Farnese sui quali si staglia.
Con il cambio di destinazione d’uso, nel 1940, lavori di adattamento al nuovo utilizzo, supervisionati da Del Debbio, portarono all’insediamento del Ministero degli Affari Esteri (1959).
In quello che Marcello Piacentini loda per la “severa e sana elementarità delle superfici” numerosi artisti lavorarono per ridisegnare gli ambienti e adattarli alla nuova funzione.
L’essenzialità dell’esterno trova riscontro nei chilometrici corridoi e negli spazi interni squadrati ridefiniti negli anni Cinquanta e Sessanta grazie al contributo, tra gli altri, di Alberto Bevilacqua, Pietro Cascella, Francesco Coccia, Amerigo Tot.
A seguito di due concorsi nazionali (1965 e 1968) le sculture di Oscaldo Calo e Pietro Consagra, i mosaici di Luigi Montanarini e Toti Scialoja, gli arazzi di Gastone Novelli, Sergio Selva, Antoni Scordia e tante altre opere impreziosirono il complesso. La Sfera grande di Arnaldo Pomodoro, originariamente parte del padiglione italiano all’Esposizione Universale di Montréal nel 1967, venne sistemata sul piazzale antistante il Palazzo nel 1968.
Dal 2000, su iniziativa dell’ambasciatore Umberto Vattani (allora Segretario Generale), gli ambienti ospitano la Collezione Farnesina: la raccolta d’arte contemporanea del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Le opere, testimonianza di particolare rilievo dell’arte italiana del XX e XXI sec., acquisite grazie al lavoro di diversi comitati scientifici sono oggi più di 680.
La raccolta, che ha la missione di rappresentare le molteplici espressioni artistiche contemporanee, restituisce al visitatore l’energia futurista di Balla, Boccioni e Depero, i dettagli metafisici di de Chirico, il realismo di Guttuso, i concetti spaziali di Fontana, l’arte pop di Angeli, Pascali, Rotella e Schifano. Si ricordano in chiosa, tra gli altri: Pirandello, Scipione, Martini, Perilli, Dorazio, Consagra, Merz, Pistoletto, Castellani, Bonalumi, Vespignani, Galliani, Mariani, Kounellis.