La più bella ecclesia che era in la dicta cita con queste parole Giulio Cesare Capaccio definisce la chiesa in un saggio del 1643.
Fondata nel X sec dai Benedettini, solamente nel 1490 Francesco Mormando segnò le basi per quella che sarebbe stata la moderna chiesa ultimata da Giovanni Francesco di Palma nell'XI sec.
L’interno, con pianta a croce latina, è ad unica navata; ai lati si impostano sette meravigliose cappelle. In apice l’abside rettangolare, molto profonda, ospita l’altare di Cosimo Fanzago (1640) e la balaustra del presbiterio. Nel 1783 l’altare maggiore subì modifiche per opera di Giacomo Mazzotti.
La cupola, disegno di Sigismondo Coccapani, con i suoi affreschi fiamminghi, fu eretta nel 1561. Le ampie decorazioni del soffitto sono geometricamente ripartite mediante modanature in stucco (Giuseppe Scarola).
Elaboratissimo il coro ligneo in noce, concluso nel 1573, fu progettato nel 1560 da Benvenuto Tortelli da Brescia; per intagli e ornato presto divenne un modello da imitare. Imponente sull’opera di Tortelli si staglia il monumentale organo.
Una vera meraviglia, nello spettacolare contesto napoletano, che con i sui 374 m² di affreschi (seconda metà del ‘600), gli intarsi lignei ricchissimi (‘500) e i preziosi pavimenti cosmateschi (vennero impiegati marmi di 14 provenienze diverse dalla Spagna alla Turchia) si conferma quale fulgido gioiello d’arte e storia; espressione del fasto e della ricchezza dei committenti religiosi e privati. Le opere d’arte custodite nell'edificio vanno dal XVI al XVIII secolo.
Tra le cappelle si distingue per pregio la cappella Medici di Gragnano. Nella zona dell’abside si ricordano la cappella Sanseverino e quella di Girolamo Gesualdo.
Un corridoio del XV sec., dall’antisagrestia conduce alla chiesa Inferiore rinascimentale curata da G. F. Mormando nella quale sono numerose tombe del ‘500.
In chiosa si citano i chiostri del monastero: il cortile del Platano; lo spazio del Noviziato ed il chiostro del Marmo.