Palazzo Borromeo, dal 1929 Ambasciata di Italia in Santa Sede, costruito per volontà papale nel XVI sec. si erge sulla via Flaminia; parte del rinnovamento urbanistico voluto da Pio IV, il complesso è opera dell’architetto Pirro Ligorio. Dall'anima tipicamente rinascimentale, unicum tra le ville romane, fu lasciato in eredità dal Papa ai nipoti Federico e Carlo Borromeo.
La morte prematura e improvvisa di Federico, capitano di Santa Romana Chiesa, ha influenzato profondamente la vita del fratello Carlo. Dedicatosi totalmente alla vita religiosa Carlo Borromeo divenne Segretario Particolare del Papa, Arcivescovo di Milano e guida della Chiesa ambrosiana negli anni che seguirono al Concilio di Trento.
Nel 1566, Carlo Borromeo lascio il suo palazzo in dote alla sorella Anna, in sposa a Fabrizio Colonna. Rimasto tra i beni dell’aristocratica famiglia romana per più di tre secoli, nel 1900 è di pertinenza del Cav. Giuseppe Balestra.
Proprietà del collezionista e antiquario Ugo Jandolo (dal 1920 e da questi profondamente restaurato) con la firma dei Patti Lateranensi il Governo Italiano (1929) lo rilevò per farne il proprio avamposto diplomatico in Santa Sede per volontà di Cesare Maria de Vecchi, primo ambasciatore.
L’edificio, che ospita importanti eventi di carattere politico e culturale (si celebra, a esempio, la ricorrenza della firma dei Patti Lateranensi) da marzo 2012 è interessato dalla mostra “Contemporanei a Palazzo Borromeo. Arte e design nell'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede". Gli interni, il chiostro e i giardini sono arricchiti da opere d'arte e di design di grandi artisti italiani contemporanei che si aggiungono alle opere di maestri della tradizione tra le quali ricordiamo la fontana di Papa Giulio III firmata dal fiorentino Bartolomeo Ammannati. La mostra è curata dall'arch. Cristina Mazzantini.